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Dopo Ferragosto, le grigliate continuano ma si fanno più tranquille.
Meno confusione, più tempo per godersi i dettagli.
È il momento giusto per chiedersi: quante volte bisogna girare la carne sulla griglia?
Una volta? Due? Ogni 30 secondi?

Dipende.

 

Girare una sola volta: il mito più diffuso

È un classico consiglio da esperto improvvisato:
“Girala una volta sola, così sigilli i succhi”.

È vero solo in parte:

• Funziona con tagli spessi e regolari, come la costata o il tomahawk.

• Richiede una griglia molto calda e un tempo di esposizione preciso.

• Serve se vuoi ottenere marcature estetiche (le classiche righe da barbecue).

Ma per la maggior parte dei tagli… non è la scelta migliore.

 

Girare più volte: più controllo, meno rischi

Girare la carne ogni 30–60 secondi ha molti vantaggi:

• Distribuisce uniformemente il calore.

• Riduce il rischio di bruciare un lato.

• Aiuta a ottenere una cottura più omogenea al cuore.

• Favorisce una crosta più equilibrata su tutta la superficie.

È la tecnica ideale per:

Hamburger, spiedini, fettine, salsicce, petti di pollo.

• Griglie con zone a calore irregolare.

• Barbecue casalinghi, senza termometri professionali.

 

Attenzione però a non esagerare

Girare continuamente la carne, senza criterio, può diventare controproducente:

• Non lascia il tempo alla crosta di formarsi.

• Può causare perdita di liquidi.

• È fonte di stress se non hai una gestione ordinata del tempo.

In sintesi: una sola girata ha senso in contesti precisi.
In tutti gli altri casi, girare più volte — con attenzione — ti fa cuocere meglio.